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In cerca di.

A volte, nella vita, tutto sembra cascare a puntino. 
Di una perfezione che non avresti mai neppure potuto sognare. 
Buffo, come tutto sia capitato cosí, al momento giusto; senza forzature, senza parole dette, senza drammi ne’ programmi, senza stress né paure. E’ capitato e basta. E di momenti giusti non ce ne sono molti, nell’arco degli anni. Quando si tratta poi di decidere di mettere al mondo un figlio, di solito il momento giusto non c’è mai. Azzeccarlo è un’impresa da Titani.
Quanti sono i momenti veramente belli, nella vita di una persona? Uno, due, tre?
Si contano sulle dita di una mano. I miei, almeno, si contano sulle dita di una mano. Pure un po’ monca, ma vabbè.
Insomma, questo era il momento perfetto. Era stato, il momento (apparentemente) perfetto. 
Tutto cosí liscio, tranquillo, straordinariamente bello.
Ma si sa, la perfezione non esiste. 
E allora ti chiedi se sei tu, ad avere il potere stratosferico di rovinarli, quei momenti, o se è solo il destino che ha deciso che c’è qualcosa che ancora devi imparare dalla vita e ti frega per l’ennesima volta. A un passo dal paradiso. Che poi magari paradiso non sarebbe stato, ma le premesse parevano buone.
Per caritá, no, la perfezione non esiste. Non ci credo ora e non ci ho mai creduto. Il caso peró, sa essere perfetto; quello si, che sa azzeccarlo, il momento giusto. O forse sono tutti, momenti perfetti, quelli in cui concepisci un figlio, e tu semplicemente non ne sei cosciente. Fatto sta che le premesse, questa volta, c’erano, per avere quella serenitá di fondo non aspettata ma vicina e presente. Magari non proprio tutte, peró quella vocina dentro di te che ti aveva sussurrato «è magnifico, questa volta andrá tutto bene» l’avevi sentita. Col cavolo che era successo, alla prima gravidanza.
E col cavolo che è successo, infatti, ora.
Non è il rimpianto per qualcosa che non c’è stato, che mi fa parlare cosí. Ormai quel figlio fa parte di me. E a me non piacciono i rimpianti. Quell’insegnamento l’ho giá ricevuto dalla vita, e non ho intenzione di ricascarci. Poi semmai preferisco i rimorsi ai rimpianti: quelli si, che sono qualcosa di forte, che ci metti anni a digerire ma che ti fanno sentire tutta l’intensitá dei tuoi sentimenti.
La cosa bella della vita è che ti insegna sempre qualcosa.
Anche le cose brutte, ti insegnano qualcosa. Mi sbilancio: forse piú di quelle belle, quando non soccombi.
Ma siccome la felicitá – o la serenitá – è una cosa che va cercata, colta, coltivata, e che la cosa piú difficile del mondo è capire ció che ti puó rendere felice, sereno o quantomeno in pace con te stesso, io quell’insegnamento lo sto cercando, per ritrovare il centro. Nel frattempo è caos, dentro me. Ma pare che l’universo sia nato, dal caos.
E volgo lo sguardo lassú, alla montagna; quella montagna che si vede dalla mia finestra e che ti apre il cuore man mano che ti avvicini alle sue pendici. Sono arrivata proprio lí sotto, due giorni dopo la notizia della perdita di questo fagiolino. In cerca di cosa, poi, non so. Forse in cerca di lui.
Ora so che voglio scalare quella montagna, arrivare in cima, e guardare il mondo da lassú. 
Chissá che faccia ha il mondo, visto di lí.

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3 Comments
  • Monica Gigante

    3 Luglio 2014 at 11:19 Rispondi

    bellissime parole, non saprei che aggiungere…
    e come non condividere ciò scrivi?
    ti mando un grande abbraccio e ti auguro una bella scalata, credo che ne valga la pena! ahhh…ma davvero vivi in un posto meraviglioso! M.

    • Mammadesign

      3 Luglio 2014 at 13:25 Rispondi

      Grazie Monica. Entro l’estate vado, sicuro. 🙂

  • L'angolo di me stessa

    3 Luglio 2014 at 15:10 Rispondi

    Scala scala e arriva più in alto che puoi!

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