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Il quinto giorno

“Mamma, domani e’ cinque! Domani, dopo di oggi! Vieni vero?”
“Si, ciccia, domani torno da te. Vieni a prendermi alla stazione anche tu?”
“Si si, con la nonnina. Mamma vuoio un bacino….dove sono le tue DUE maiette…? Ah, eccole! ‘Spetta che metto il tuo cuore dentro la mia maietta, cosi’ c’ho anche quello.”
Il quarto giorno e’ pesante, per me e per lei.
Mi scopro a cercare le sue foto sul cellulare, a volerla chiamare quattro volte al giorno, ad aver bisogno di sentire la sua vocina nelle orecchie e le sue piccole mani che mi accarezzano il viso….
“Eh si, cinque giorni sono un po’ lunghi…”, sentenzia nonna Giogio, evidentemente esaurita dall’energia delle due cuginette che ha in custodia in questi giorni.
Se manca a me cosi’ tanto, immagino quanto io manchi a lei….
Da adulti dimentichiamo cosa significa la mancanza giornaliera della mamma.
Dimentichiamo anche di essere stati bambini.
Loro (i bambini) sentono tutto in maniera centuplicata. Sono una miniera di sentimenti ed emozioni che non riescono a contenere e che si manifestano dirompenti quando meno se lo aspettano.
Ieri, ai giardini, con Nonnina, esattamente in mezzo ad un gioco, le e’ corsa incontro con la lacrimuccia, le ha abbracciato la gamba, e le ha sussurrato (ciccia mia…!) “vuoio mamma…”
No, non sono ancora pronta per lasciarla volare via.
So che un giorno succedera’; ma per fortuna, quel giorno, e’ lontano.
E domani ci riabbracciamo.

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