Progettare ambienti per i bambini
Riflettevo in questi giorni d’inizio scuola (qui in Svizzera è cominciata già da un mese), osservando mia figlia e le sue/nostre abitudini, su come sia cresciuta e sulla necessità di rinnovarle in cameretta l’angolo studio, in modo da crearle un’area da “bimba grande” che la invogliasse e stimolasse a fare i compiti con maggior passione, curiosità, gioia ed entusiasmo, a fruirlo in maniera più agevole, a rimanere concentrata più volentieri sullo svolgimento dei compiti. Da tutto questo, naturalmente, ne è uscito un articolo sull’angolo-studio che verrà pubblicato su un altro portale e che citerò nei prossimi giorni.
Questa riflessione, tuttavia, mi ha riportato indietro nel tempo, a quando mi preoccupavo/occupavo di realizzarle una cameretta ben organizzata, funzionale, allegra, confortevole, “sua” in tutti i sensi e a misura di bambino.
La bambina ora sta crescendo, e le sue esigenze naturalmente sono cambiate con l’età, mentre la sua mamma-architetto, oltre a “toccare con mano” le necessità della piccola, continua a riflettere e ad elaborare teorie progettuali sull’influenza che l’ambiente ha sulle capacità e lo sviluppo dei bambini.
Nel rinnovare questo blog ho messo in chiaro come ad ogni funzione e ad ogni età debba corrispondere un ambiente adeguato che possa aiutare il bambino nello svolgimento dei propri compiti: l’apprendimento, il gioco, la motricità, lo sviluppo cognitivo, emotivo, sociale, relazionale.
Ho sottolineato in questa pagina come l’approccio montessoriano sia alla base di tutte le mie riflessioni sulla progettazione degli ambienti per i bambini.
Scriveva Maria Montessori:
L’ambiente deve essere ricco di motivi d’interesse che si prestano ad attività e invitano il bambino a condurre le proprie esperienze.
I suoi principi cardine, riguardo agli spazi del bambino sono:
– la fruibilità dello spazio, ovvero la sua capacità di muoversi liberamente nello spazio senza impedimenti o difficoltà; il che presuppone ambienti e arredi proporzionati all’eta’ la corpo, alla sua natura e – aggiungerei – all’attività che vi svolge.
– l’organizzazione dello spazio per aree funzionali, che consente al bambino di dedicarsi ad un’attività specifica correlata allo sviluppo di certe sue capacità e ad alcuni suoi bisogni fondamentali (zona della pappa, della nanna, del riposo, del movimento, dell’igiene personale, area gioco, spazio verde, ecc.) e che risponde al suo intimo bisogno di routine e coerenza
– l’organizzazione ordinata e coerente delle singole aree funzionali, poiché è attraverso l’ordine e l’identificazione spaziale [di funzioni ed oggetti] che il bambino riesce a muoversi liberamente e a sviluppare il proprio potenziale
Accanto a questi principi fondamentali che prendo come base fondante per ogni tipo di progettazione spaziale a misura di bimbo, ne aggiungerei un altro altrettanto importante:
Educare è l’arte di suscitare gioia ed entusiasmo per il lavoro.
(Maria Montessori)
In altre parole, l’attività (mi riferisco qui a qualunque tipo di attività il bambino stia svolgendo in un determinato momento della sua giornata) deve essere una gioia e una scoperta.
Condivido questo assunto con una tale forza e convinzione che lo ritengo, accanto alle valutazioni dimensionali, tra le intuizioni montessoriane più importanti.
Quindi bando ad ambienti tristi, anonimi, decostentualizzanti e decostentualizzati, sia negli spazi privati (case e appartamenti, bar, ristoranti, negozi, ecc.) che in quelli pubblici (nursery, scuole, ospedali, musei, ecc.).
L’ambiente deve essere giocoso e allegro, poiché è attraverso il gioco che il bambino apprende e sviluppa il proprio potenziale e la propria unicità.
Su quali siano gli elementi progettuali da prendere in considerazione nella creazione degli spazi per bambini, a seconda della loro funzione, del contesto, e sulla base di queste considerazioni fondanti, mi pronuncerò nei prossimi articoli.
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