Una porta in miniatura per grandi avventure
«Dentro la casetta tutto era molto piccolo, ma così pulito e ordinato che nessuno avrebbe potuto fare di meglio. C’era una tovaglia su un tavolo apparecchiato per sette persone, con sette piattini, e in ogni piatto c’era un cucchiaio, e sette coltelli e sette forchettine, e altrettante tazzine. Contro la parete c’erano sette lettini, tutti messi in fila e coperti da lenzuola bianche come la neve. Essendo affamata e assetata, Biancaneve mangiò un po’ di verdura e del pane da ogni piatto; e da ogni tazza bevve una goccia di vino. Dopo aver cenato, si sentì così stanca, che si sdraiò su uno dei letti; ma su nessuno si sentì comoda: uno era troppo lungo, l’altro troppo corto, finché alla fine il settimo fu di suo gradimento. Rimase coricata, affidandosi a Dio, e lì si addormentò.»
L’incipit scelto per questo post è tratto dalla celebre fiaba dei Fratelli Grimm “Biancaneve” (testo definitivo del 1819, con traduzione dall’inglese di Valentina Vetere).
Ma perché questa introduzione?
Perché l’argomento di oggi rientra ancora in quello del mese corrente: una casa ad altezza di bimbo.
Pensare una casa ad altezza di bimbo significa regalargli la possibilità della scoperta del mondo adulto, ma con i suoi occhi di bambino. Occhi pieni di stupore, di meraviglia, di possibilità d’azione, occhi che possono vedere e diventare qualunque cosa, attraverso il gioco. Occhi che osservano, imitano, riproducono, mimano gesti, comportamenti, atteggiamenti, emozioni. Occhi che esplorano.
Piccoli spazi
Avete mai notato che i bambini amano gli spazi piccoli?
Immaginate di trovarvi in una stanza enorme, con tavoli fuori misura, sedie altissime, letti giganteschi, libri pesantissimi sulla libreria, finestre troppo alte che non vi danno la possibilità di guardare fuori se non salendo su uno sgabello difficile da trasportare se non grazie ad uno sforzo immane, o porte con le maniglie troppo alte che si chiudono all’improvviso lasciandovi separati da quella che è la vostra certezza di ottenere aiuto in caso di bisogno (la mamma, o l’adulto al quale vi affidate). Non è un caso che una stanza troppo grande intimidisca il bambino. Così come non è un caso che ritornando da adulti in un luogo vissuto nella nostra infanzia questo ci appaia incredibilmente piccolo, tanto da farci sorridere. Le dimensioni del corpo cambiano, la percezione dello spazio che ci circonda anche.
Per quantoquesta sia una variabile che dipende in larga misura dall’osservatore, è attraverso l’azione ed il movimento che il bambino si appropria progressivamente del concetto di spazio. Sotto, sopra, dietro e davanti; lunghezze, larghezze, profondità. Se cerca di aprire una porta chiusa a volte non arriva alla maniglia. E capita, a volte, che la porta si chiuda inavvertitamente con un colpo di vento, mentre la mamma è in un’altra stanza. Perché non aiutarlo in questa scoperta lasciandogli un elemento di attraversamento dello spazio che sia alla sua portata?
Una porta in miniatura
Non sempre c’è lo spazio in casa per una casetta in miniatura nella quale giocare, leggere, interpretare, dar vita a personaggi. Ma una porta in camera c’è, inevitabilmente. È una bella idea aprirne una più piccola al suo interno, o una seconda su una parete, tutta per i nostri bambini. Sai che divertimento aprire e chiudere senza problemi! Uscire ed entrare dalla stanza, sentire la libertà di andare e venire, riandare, partire verso mete immaginarie e fantastiche, tornare… Oh, what a fun!
Al di là della porta c’è un mondo, e quel mondo è un’apertura verso orizzonti nuovi, oppure verso uno spazio tutto privato. Ad esempio, una camera dentro la camera.
E se manca la voglia di affrontare lavori strutturali c’è sempre la possibilità di creare l’ingresso ad un castello magico e fatato…
Spetta a noi architetti proporre ai clienti soluzioni nuove!
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