Come caratterizzare un ingresso con la carta da parati
Quale importanza ha l’ingresso per una casa? Molta.
Sono entrata in questo appartamento un anno fa. Un trasloco fatto in fretta e furia subito prima delle ferie estive ormai fissate da tempo. Immagina il caos che ho ritrovato al ritorno: scatole scatole scatole ovunque da aprire, sistemare, selezionare. Tutto questo in concomitanza con l’inizio della scuola e della nuova routine. È stata un po’ dura, insomma.
Quest’anno le ferie sono state migliori. Niente pensieri; solo noi tre, il sole, il mare. Sono tornata riposata (quanto basta), pronta a concludere ciò che era rimasto in sospeso nella sistemazione della nuova abitazione.
Ho attaccato nei bagni le stampe su tela arrivate in giugno e contemporaneamente dato il via al restyling dell’ingresso che non ero riuscita a sistemare prima di entrare nella nuova casa.
Questo è quello che avevo trovato:
un ingresso buio, senza finestre, illuminato solo dai faretti a soffitto, con una parete blu cobalto.
Un colore scuro, lievemente elettrico, bello ma adatto forse ad altre stanze della casa; non a questa, che invece aveva bisogno secondo me di luce ed allegria.
«Lo ridipingerò con calma», ho pensato, «così avrò il tempo di pensare al colore e per vivere un po’ la casa, prima di definire lo stile e il carattere che voglio darle». Da quel «con calma» ad oggi è passato un anno; ovvio no? 😀
Il fatto è che nessun colore mi convinceva totalmente.
Ho utilizzato molto il bianco per gli arredi, puntando sulla caratterizzazione dei materiali naturali quali il legno grezzo, il rovere sbiancato e il vetro. Molte piante, grandi vetrate aperte sulla natura circostante, poco colore: non ne sentivo la necessità. Ecco perché ho deciso di lasciarlo perdere in favore di un ingresso con una carta da parati neutra ma capace nello stesso tempo di dare luminosità alla stanza.
L’ingresso: la prima impressione per l’ospite che entra
Si dice che la casa rispecchi la personalità di chi la abita.
Spesso è vero: tendiamo infatti a costruirci attorno un ambiente in cui sentirci a nostro agio. Quindi, inevitabilmente, un posto che rifletta le nostre passioni, i nostri valori, il nostro modo di vivere e concepire il mondo, le relazioni, la vita.
È bello entrare in una casa e “ricevere” qualcosa delle persone che la abitano. Ci aiuta ad entrare in sintonia con loro.
Così come non amo le case patinate da copertina ma quelle vissute e viventi, ugualmente non mi piace nascondermi né nascondere (ma questo lo sanno sono coloro che mi conoscono bene 🙂 ). Mi fa piacere sapere che chi entra in casa riceva qualcosa di me, indipendentemente dal fatto che uno stile piaccia o meno. È un modo per conoscersi, in fondo, no?
L’ingresso è la stanza in cui la personalità di chi la vive si presenta all’occhio maggiormente, la prima stanza della casa, quella che, venendo da fuori, ti dà la “prima impressione”. Ed io credo molto nelle prime impressioni: di solito sono quelle giuste. Volevo, infine, un ingresso che mi desse la sensazione di respirare e di ritrovarmi tornando a casa dopo gli impegni quotidiani.
Il restyling dell’ingresso: la carta da parati
Quel blu nell’ingresso non mi rispecchiava affatto.
Amo il sole, il giorno, il caldo, la luce, la natura, gli animali e la trasparenza dei sentimenti. Sono fortemente meteoropatica ed ho bisogno di vitamina D sulla pelle, di luce negli occhi, di movimento e di aria pura (ma per chi non è vero, questo? :D). Comunque, non mi ci ritrovavo, io, in quel blu notte malinconico e un po’ depressing.
Volevo per l’ingresso di casa mia qualcosa che desse luminosità e carattere alla stanza. Qualcosa che fosse una sorta di “presentazione” di ciò che io e la mia famiglia amiamo, in modo da accogliere l’ospite che entra a braccia aperte da una parte, e di sentirci immediatamente a casa dall’altra.
Il tutto, ovviamente, senza trascurare la praticità: c’era bisogno di un posto dove mettere le scarpe (perché da noi c’è l’abitudine di toglierle all’ingresso, com’è uso al nord delle alpi), un posto per appoggiare gli ombrelli (perché tanto tre giorni si e due no qui piove), un posto per appoggiare gli impermeabili bagnati che devono asciugare prima di essere riposti nell’armadio.
Questo il risultato dopo il restyling:
Di seguito qualche informazione tecnica su ciò che ho utilizzato per il restyling:
- La carta da parati, in TNT (tessuto non tessuto) – lavabile -, si chiama “Woods” ed è di Cole&Son
- Gli appendiabiti, dalla tipica forma a goccia, sono i “Dropit”, di Norman Copenhagen; sono sul mercato in diversi colori e misure, ma qui ho utilizzato solo il bianco e il legno naturale in due misure diverse (piccoli e grandi); per dare movimento alla parete li ho attaccati in maniera irregolare, in alto per i grandi ed in basso per i piccoli ospiti, lasciando la giusta distanza tra uno e l’altro per poter appendere i cappotti. In questo modo sembrano semplicemente dei prolungamenti dei rami, delle casette per gli uccelli, qualcosa che comunque non disturba il disegno del bosco sulla parete.
- La scarpiera, in metallo bianco e legno naturale, è il modello Tosca, di Yamazaki, ed è composta da due elementi (ma avendo un disegno modulare può crescere in altezza e larghezza fino a raggiungere le dimensioni necessarie)
- Il portaombrelli, molto piccolo e adatto a spazi ridotti, è il modello Grind, sempre di Yamazaki, un marchio che amo per la semplicità delle linee e la praticità delle forme
- Lo specchio è di Ikea (ha fatto diversi traslochi ed ancora resiste!)
Ora sì che mi sento a casa, rientrando. D’altronde, ho una casa vicino al bosco. ^_^
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La foto che segue è per visualizzare la trasformazione. Direi che sono soddisfatta!
Credits: si ringrazia Elisa Florian per le splendide fotografie che ha messo a disposizione per questo post.
L'angolo di me stessa
12 Settembre 2018 at 15:47Molto molto bella la trasformazione, complimenti!
Dalia
19 Settembre 2018 at 8:21Bello ricevere commenti così!
Grazie!